PUNTO D'INTERESSE IMMERSIVO

Torre degli Zoppi

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via Conte Giov. Battista Camozzi, 32 – 24060 Costa di Mezzate (BG)

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L'originaria casa-torre del XIII secolo appartenente alla famiglia Zoppi era costituita da un palazzo nobiliare a pianta rettangolare che, nel corso del XVI secolo, fu ampliato al punto da essere chiamato in seguito Pavione, alludendo al nome italiano di “padiglione”. Questa modifica avvenne con l'aggiunta, nel XV secolo, di un corpo murario addossato alla collina. Al piano interrato si trovavano alcuni locali adibiti a scuderia e deposito carrozze, mentre, al primo piano, un piccolo cortile caratterizzava l'ambiente, con i pilastri che sostenevano un sistema di copertura mobile costituito da teli o piante rampicanti. Questo fu considerato un modo per rendere l'architettura più dolce ed elegante che divenne, quindi, la residenza dei membri di questa famiglia ghibellina. L'intervento edilizio è stato possibile solo chiudendo la strada tra le due case-torri grazie al permesso della famiglia Vertova che ne ha spostato l'ingresso alla sommità del dosso del colle dove ha creato anche un cortile quadrato con porticato, conferendogli l'aspetto di una fortificazione.

I rapporti tra i Vertova e gli Zoppi non sono sempre stati buoni, essendo le due famiglie molto influenti nell'amministrazione del paese in cui entrambe risiedevano. L'armonia tra i due casati s’interruppe quando, nel XVII secolo, i Vertova costruirono dei robusti contrafforti sul fianco meridionale del colle, in prossimità della strada in pendenza, allo scopo di costruire un balcone affacciato sulla pianura. Nel frattempo, gli Zoppi ottennero il permesso di lavorare sui muri perimetrali della proprietà dei Vertova come supporto per portare avanti un altro ampliamento e creare sul Pavione un giardino verticale, fondando un'area dove costruire una chiesetta dedicata a San Domno, Domneone e Eusebia. Da questo momento qualcosa cominciò a incrinarsi tra le due famiglie, probabilmente per alcune decisioni reciproche non rispettate o semplicemente per invidia, al punto che il 2 novembre 1617 Lucillo Vertova e Ludovico e Paolo Zoppi discussero animatamente e, sul sagrato della Chiesa di San Giorgio, si spararono con i loro archibugi, fino a che Giambattista Vertova, il sacerdote, non intervenne. In precedenza, nel 1609, furono assassinati un membro di casa Zoppi e Rinaldo Zoppi; la stessa sorte fu riservata anche a Paolo Zoppi. Il contrasto tra le due famiglie continuò e, nel 1626, Alessandro Zoppi, 24 anni, fu assassinato da un sicario inviato da Francesco Vertova, utilizzando la stessa arma del precedente delitto, azione che contribuì ad aumentare l'odio tra loro. Nel 1650 fu ucciso un servitore di Riccardo Vertova e lo stesso accadde, nel 1655, a Bernardo Vertova.

Durante i secoli XIII e XIV gli Zoppi furono proprietari dell'originario Rasetto, nome che indicava il ricovero agricolo che, in origine, era composto da una solida palizzata in legno, difesa da un fossato, con all'interno una grande casa rudimentale coperta di lastre di pietra, dette piòde, con tettoie (tègie), e con portici aperti addossati alla collina. Questo Rasetto fu la prima struttura del nuovo rione cittadino a essere coinvolta nell'opera di riorganizzazione del nuovo borgo che cominciava a fortificarsi. Su grossi blocchi di pietre bugnate fu eretta, all'angolo, un'imponente torre quadrata, detta poi Torre di Alberto, meglio nota come Torre degli Zoppi. Faceva parte di un fortilizio rettangolare, circondato da un'alta cortina muraria che è ancora oggi visibile per una ventina di metri su via Camozzi, in corrispondenza dell'antico fossato. Al suo interno venne realizzata la domus padronale, racchiusa in un terreno rettangolare più stretto, utilizzato sia per separare i padroni dalla servitù sia come estremo sistema di difesa.

Dopo la costruzione di altri due cascinali vicino al fiume, la Mezzate e la Tinera, venne creata una piazza centrale, attorno alla quale furono costruite alcune botteghe, case e torri da famiglie di piccoli proprietari terrieri o da ricchi affittuari. La strada che attraversava il ponte sul torrente Zerra, con la cappella dedicata a Santa Maria, univa il centro con la Chiesa di San Giorgio. Poco distante dalla torre quadrata, poco più in alto sulla collina, gli Zoppi edificarono un altro edificio, questa volta più elegante, configurandolo come un palazzo rettangolare su due livelli, quindi un'altra casa-torre. Si chiamava Pavione e divenne la residenza di un membro della famiglia Zoppi, discendente dai Longobardi, proprietario anche della Torre del Gombito in Città Alta, a Bergamo. Si trovava esattamente a metà strada tra l'altra casa-torre degli Zoppi e la costruzione superiore appartenente alla famiglia Vertova, interessata dai continui mutamenti del borgo ed diventate anch’essa una casa-torre.

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Superficie: 5,22 km²

Abitanti: 3.317

Frazioni: Cavallera, Villa Landri

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