La famiglia Ambiveri, il cui nome ricorda Ambivere, un paese a sud della provincia di Bergamo da cui probabilmente deriva, risulta presente in terra bergamasca fin dal 1604, quando fu contratto matrimonio tra Francesco Ambiveri di Stefano con Antonia Scotti di Alessandro. Risulta, inoltre, lo svolgimento di un’attività serica consistente nella vendita di gallette (bozzoli di seta) tra Giuseppe Ambiveri e Girolamo Tassi, in data 16 luglio 1746.
Per tornare a tempi più recenti, che riguardano più direttamente gli antenati di Betty Ambiveri è da ricordare il nonno Gianroberto Ambiveri (1822-1879), nato a Bergamo in via Borfuro, parrocchia di S. Alessandro in Colonna. Nel 1848 sposò Maria Vanini (1829-1889) figlia di noti costruttori di Mendrisio, paese del Canton Ticino, dalla quale ebbe sedici figli.

Noto per i suoi sentimenti antiaustriaci e seguace di Garibaldi, partecipò agli avvenimenti del 1848, ma al ritorno degli Austriaci in Lombardia fu costretto a fuggire rifugiandosi in Svizzera, dove la moglie aveva delle proprietà. Rientrato in patria, si trasferì a Trescore Balneario, dove impiantò un’azienda per l’allevamento dei bachi da seta. Nel 1859 fu nominato capitano della Guardia Nazionale di Bergamo e, dal 1868 al 1873, fu consigliere comunale di Trescore, carica che più tardi, nel 1882, fu assunta dal figlio Giovanni.
Giovanni, (futuro padre di Betty) e il fratello Pietro, alla morte del padre Gianroberto, ereditarono l’azienda di famiglia “Semi-bachi”, che condussero insieme fino al 1886 quando terminò la loro collaborazione perché Giovanni si sposò.

Giovanni Ambiveri, infatti, sposò, nel 1886, Chiara Radici anche lei di Trescore Balneario e, in occasione del loro matrimonio, si trasferirono presso la Villa Gargana, nel quartiere di Boccaleone, a Bergamo e lì impiantarono la loro attività di produzione del seme per l’allevamento dei bachi da seta.
Chiara era figlia unica di Elia Radici e di Elisabetta Donadoni. Il padre, laureato in legge all’Università di Padova, non fece mai l’avvocato, ma, finiti gli studi, si sposò e andò a vivere insieme alla moglie Elisabetta a Trescore Balneario in un castello presso la tenuta “Aminella”, dove proseguì l’attività di famiglia, impiantandovi una filanda.
Giovanni e Chiara si trasferirono da Villa Gargana dopo quattro anni e dopo la nascita dei primi due figli (Betty nel 1888 e Gianroberto nel 1889). La nuova residenza fu Villa Ambiveri a Seriate dove nacquero gli altri cinque figli (Clotilde, Maria Lucia Caterina, Elia Enrico Giuseppe (deceduto all’età di un anno), Maria Roberta e Maria Giulia Enrichetta).

Di Betty Ambiveri si conoscono la vita e le opere in ogni dettaglio, mentre degli altri fratelli si sa ben poco.
Gianroberto sposò in prime nozze la contessina Camozzi Vertova Giovanna Giulia Ernesta Costanza Maria chiamata Gina, nel 1911, a Ranica. Gina apparteneva alla famiglia di Gabriele Camozzi (famoso patriota risorgimentale). In seconde nozze, nel 1955, sposò Comolli Maria a Caprino Bergamasco.
Clotilde sposò Luigi Angelini nel 1914, ingegnere civile, architetto e urbanista, ebbe un ruolo fondamentale nella progettazione del nuovo centro di Bergamo bassa e nel Piano di risanamento di Città Alta.

Maria Lucia Caterina Ambiveri sposò Giovanni Siotto Pintor, nel 1927, a Gorlago, dove si può visitare la loro villa. Giovanni, col grado di tenente, ebbe una carriera militare, ma venne collocato a riposo a seguito di una frattura mal consolidata durante la prima guerra mondiale.
Maria Roberta Ambiveri sposò l’avv. Bonomi Giuseppe nel 1923 ed ebbe sette figli.
Enrichetta Ambiveri sposò l’avv. dott. Giovanni Nencioni e si trasferì a Livorno.

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