L’origine della famiglia Moroni, risalirebbe all’antica famiglia veneziana dei Celsi., poi trasferitasi a Milano e nella bergamasca.
I Moroni provengono probabilmente da Albino trasferitisi a Bergamo, ma potrebbe essere anche la situazione opposta. Il primo personaggio identificato della famiglia è Joannis Moroni nel 1156 presente ad Albino, mentre in Borgo Palazzo di Bergamo Ioannes Moroni nel 1204 e sempre ad Albino nel 1216 un Ioannes Moroni.
Nel 1221 risulta presente Ioannes Moronus con la carica di tesoriere (caneparius) di Bergamo. Nel 1233 un Moronis è indicato a svolgere il medesimo ruolo, difficile comprendere si sia il medesimo soggetto. Proprio nel XIII secolo risulta la presenta in atti di personaggi aventi il medesimo cognome: Guillelmus domini Ioannis de Moronibus nel 1246, un Alberto giudice (Castoldi) nel 1263 e nel 1287 un certo Obertus Moronum. Risulta poi che la presenza di personaggi aventi questo cognome siano sparsi in molte località della bergamasca. Nel 1288 un Bergamus filius quondam Guillelmi Moronum de Sorisole presente a Bergamo, e poi Ioannes Moronum de Sedrina. Vengono indicati anche Moroni presenti a Ponte San Pietro e Sombreno Tra i personaggi serve segnalare Andrea e Bortolasio nonché i discendenti di quest’ultimo che svolsero attività di architettura e ingegneristica.
Nel territorio albinese sono molti i personaggi della famiglia indicati già dal XIV secolo che svolgevano attività di lapicida. Nel 1233 è indicato un Morone di professione canepario cittadino (amministratore), nel 1238 Alberto di professione Giudice; nel 1307 un Obero Savio della Pace e un notaio nel 1408 di nome Fachino. Molti della famiglia divennero importanti nel Quattrocento per le loro capacità ingegneristiche.
Nel territorio di Albino la famiglia Moroni nel Seicento iniziò a coltivare il gelso per l’allevamento del baco da seta indispensabile per il mercato tessile del territorio, raggiungendo così una notevole ricchezza. La famiglia che inizialmente si era trasferita a Bergamo in via Torre del Gombito, edificò, con Francesco Moroni, Palazzo Moroni.