La famiglia Pesenti, originaria della Val Brembana, già dal XVIII secolo eserciva in Alzano Sopra una “cartara” e altri modesti opifici, base proto-industriale per la pioneristica produzione di calci idrauliche e “cementini” promossa dai giovani e brillanti fratelli Carlo, Luigi, Augusto, Pietro, Daniele e Cesare Pesenti. Rimasti orfani del padre Antonio, grazie all’intuizione di Pietro, laureato in chimica, misero a cottura alcune rocce marnose locali e, nel 1877, formano la Ditta Cementi e Calci idrauliche f.lli Pesenti fu Antonio. Il rapido sviluppo porta, nel 1906, alla fusione con la concorrente Società Italiana cementi e Calci idrauliche, fondata da G. Piccinelli (Scanzo, 1864). La guida rimane nelle mani dei Pesenti che, nel 1927, cambiano il nome della società in Italcementi. Nel XIX secolo la produzione ebbe una grande evoluzione grazie alla generosità dei giacimenti presenti nelle colline attorno Alzano, Nese, Nembro, Pradalunga, Albino e all’impulso tecnologico-scientifico, frutto della collaborazione tra l’Ingegnere Cesare Pesenti, laureato alla Scuola Politecnica di Aquisgrana (1879), con il chimico Cesare Zamboni.
Dalle antiche preesistenze prende forma “l’Officina Pesenti per la produzione del Portland”, oggi ex Cementificio Italcementi. Tra i primi edifici italiani sottoposti a tutela con titolo di Archeologia Industriale, viene definito “Monumento del cemento”. Ampliato negli anni tramite reparti in cemento armato, introdotto dalla Francia da Cesare Pesenti, si compone di due blocchi distinti: uno, dallo spiccato carattere produttivo, resta quasi inalterato; l’altro, detto Moresco, conserva l’assetto originale con loggiato.
Il fervore industriale conferisce alla famiglia Pesenti un nuovo status. Rivestono cariche istituzionali e diventano benefattori, svolgendo un’importante azione di committenza artistica. Le loro ville alzanesi, disegnate dall’architetto Virginio Muzio, assecondando il moderno gusto altoborghese europeo, sono veri e propri “manifesti” della potenzialità dei cementi Pesenti, qui applicati in molteplici declinazioni ornamentali. Esempi sono: Villa Augusto Pesenti (detta Villa Camilla) con la sua “serre-salon” di gusto liberty; Villa Carlo Pesenti in Montecchio con il bellissimo Oratorio neogotico (primo edificio italiano completamente realizzato in cemento bianco); Villa Luigi Pesenti (già Palazzo Pelliccioli del Portone, oggi Municipio); Villa Daniele Pesenti (detta Villa Paglia); Villa Giusi Pesenti Calvi (Belvedere).