PUNTO D'INTERESSE
Basilica di Santa Maria in Valvendra
Santa Maria in Valvendra, la chiesa più grande della diocesi di Brescia, sorge all’estremità nord di Lovere, all’esterno del Borgo sviluppatosi tra Quattro e Cinquecento al di fuori delle mura trecentesche.
La chiesa fu voluta come santuario votivo dedicato alla Vergine delle Grazie dalle famiglie del Borgo, che si erano notevolmente arricchite con il commercio del noto panno di Lovere.
A partire dal 1473, forse riprendendo qualche preesistenza, iniziò l’erezione dell’imponente chiesa. Per la costruzione fu necessario deviare il torrente Valvendra, da cui prende il nome la chiesa che sorge al centro dell’antico alveo.
Nel 1513-1514 fu decisa la fondazione di un convento di Francescani Osservanti, che già officiavano la chiesa almeno dagli anni Ottanta del Quattrocento e di un annesso lanificio per la produzione del panno monachino, soppresso nel 1779. La chiesa fu infine consacrata il 2 agosto 1520.
La costruzione iniziò in forme tardogotiche e continuò poi in stile rinascimentale di gusto lombardo-veneto. L’esterno presenta una facciata spoglia, scandita da quattro contrafforti e preceduta da un portico con volte a crociera decorate a graffito.
L’interno è a tre navate, suddivise da dodici colonne, con cappelle sul lato sinistro. La navata centrale è coperta da una volta a botte completamente affrescata a cassettoni, mentre quelle minori da volte a crociera. L’altar maggiore in marmo (1719-1720), realizzato da Andrea Fantoni, presenta un tronetto per esporre l’eucarestia. Sul fondo la pala, contenuta entro una grandiosa cornice in legno dorato risalente al 1592, raffigura l’Assunta e venne realizzata dal pittore Tommaso Bona. Il coro ligneo cinquecentesco con tarsie alla certosina è opera di Clemente Zamara. Sulla parete sinistra è collocato l’organo, realizzato nel 1518 per il Duomo Vecchio di Brescia, che venne trasferito a Lovere nella seconda metà del XVII secolo. La cassa si caratterizza per le due ante a protezione della facciata dipinte, all’esterno, dal Ferramola con l’Annunciazione e, all’interno, da Alessandro Bonvicino, detto “il Moretto”, con i ritratti equestri dei Santi Faustino e Giovita, Patroni di Brescia. Nove sono le cappelle laterali di cui sette si aprono nella fiancata sinistra della navata ricavate nel primo decennio del Cinquecento e due nelle pareti terminali delle navate minori.
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