PUNTO D'INTERESSE
Palazzo del Comune e Torre dell’Orologio
PALAZZO DEL COMUNE
piazza Maggiore, 1 – 24057 Martinengo (BG)
Anticamente definito Broletto, il Palazzo Comunale è stato modificato nel corso dei secoli. È stato costruito all’inizio del XII secolo, in concomitanza dell’affermazione del Libero Comune. Era composto da uno spazio porticato al piano terra, forse utilizzato per fini commerciali, e da un livello superiore ad aula unica.
Tra Sette e Ottocento si provvede a murare i portici al piano terra, in modo da ricavarne diversi altri locali chiusi. Anche la sala superiore viene ristrutturata e suddivisa in ambienti più piccoli.
Sulla facciata sono ancora visibili tracce di affreschi di epoche diverse: la meglio conservata è quella che rappresenta un’aquila rossa in campo dorato, stemma dei conti Ghisalbertini. Risale probabilmente al Quattrocento.
Altri due stemmi sono visibili, appartenenti a Tommaso de’ Cumis, due volte Podestà dal 1465 al 1475. Tra questi frammenti vi è un terzo curioso lacerto, cinquecentesco: due piccoli putti svolazzanti incoronano il Leone di San Marco. L’omaggio di Venezia a se stessa.
Sul lato opposto, una figura di uomo d’arme, forse omaggio all’aristocrazia militare del luogo.
In tempi più recenti, una lapide marmorea ricorda il contributo dei martinenghesi che si unirono a Garibaldi nella Spedizione dei Mille.
TORRE DELL’OROLOGIO
via G. Tadino, 7 – 24057 Martinengo (BG)
La torre, di origine medievale – probabilmente, quindi, nata come torre campanaria comunale, elemento frequente dei broletti – è stata rifatta nel Seicento, quando viene posizionato l’orologio. È caratterizzata dalla presenza di due quadranti, uno con i numeri romani e l’altro con i numeri arabi, ciascuno con una lancetta sola. Perché? A differenza degli orologi odierni, che calcolano l’ora e i minuti esatti, l’orologio di Martinengo serviva (e serve tuttora) a calcolare l’ora italica, ossia il tempo che divide l’alba dal tramonto: le ore 24 indicate nel quadrante non indicano dunque la mezzanotte ma l’ora del tramonto, che naturalmente varia a seconda delle stagioni. Proprio a causa della variazione del momento del crepuscolo, il campanaro, stipendiato sia dal Comune che dalla parrocchia, ogni due giorni doveva regolare la lancetta, basandosi sull’orario segnato più esattamente dalla meridiana presente nel cortile del Broletto.